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Si può comunicare tramite le immagini? Sì con le emoji!

Comunicare con le immagini: la guida alle emoji

 

 

Tutti ormai conosciamo le emoji, le utilizziamo nelle nostre chat private, le vediamo sui social e le abbiamo integrate nella nostra vita quotidiana, al punto che è stata istituita una giornata mondiale interamente dedicata a loro: il 17 luglio è infatti l’emoji day!

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Le origini

Prima facciamo qualche passo indietro. La prima emoji è nata nel 1999 quando il designer giapponese Shigetaka Kurita ideò il primo set di emoji. Si narra che sia stato ispirato principalmente dal mondo dei manga ma anche dal codice stradale, in particolare dall’immediatezza del linguaggio visivo dei segnali. La commissione arrivò però dalla compagnia telefonica giapponese NTT DOCOMO come servizio aggiuntivo degli SMS. Le icone erano in totale 176 in formato 12 x 12 pixel e oggi sono esposte al Museum of Modern Art di New York City.

Il vero e proprio boom mondiale esplose però negli anni duemila, quando la multinazionale statunitense Apple iniziò a commercializzare i primi iphone con le prime vere e proprie emoji (come le conosciamo noi oggi). Con i social, queste icone sono poi entrare nella comunicazione odierna di tutti gli utenti.

Terminologia

Spesso il termine emoji viene confuso con emoticon, come se identificassero la stessa cosa. In realtà però non è così. Le emoticon sono infatti rappresentazioni tipografiche che ricreano le emozioni tramite testo e punteggiature, ad esempio :). Le emoji sono invece dei pittogrammi, quindi le vere icone che oggi noi utilizziamo, come ad esempio ?.

Trend

Nel corso degli anni, sono state evidenziate alcune tendenze nell’utilizzo delle emoji, sicuramente tra le più utilizzate c’è il cuore rosso, il pollice in su, la faccina che manda il bacio o quella che ride.

Tuttavia, la generazione Z con i suoi zoomers, ha stravolto l’utilizzo comune delle emoticon più famose, ecco alcuni esempi:

  •    Il teschio non rappresenta la morte letterale o qualcosa di macabro, viene infatti utilizzata dai giovani per indicare qualcosa di sarcastico o che fa letteralmente “morire dal ridere”;
  •     Le luci non sono simbolo di bellezza o eleganza, vengono infatti utilizzate per sottolineare una parola o una frase in maniera ironica;
  •     Il cuore rosso non è più di moda, meglio sostituito con il cuore delle mani;
  •     Stesso discorso vale per la faccina che ride classica, meglio quella che piange dal ridere;

Il perché di questa trasformazione? Il professor Vyvyan Evans, autore di The Emoji Code, trova la spiegazione nel fatto che la nuova generazione è nata e cresciuta sempre a contatto con il digitale. Questo ha portato i giovani ad appropriarsi del linguaggio digitale e creare un filone linguistico parallelo a quello più “ovvio” nell’interpretazione delle emoji.

 

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